I gruppi terapeutici: come funzionano, perché aiutano e come accedervi in Italia

Parlare delle proprie difficoltà non è sempre facile. A volte ci si sente soli, altre volte si ha la sensazione che gli altri non possano capire davvero cosa stiamo passando. Spesso ci si rivolge ad uno psicologo o ad uno psicoterapeuta per approfondire emozioni e pensieri dolorosi, , ma anche i gruppi terapeutici nascono proprio per offrire uno spazio sicuro, protetto e condiviso, in cui il confronto con altre persone diventa parte integrante del percorso di cura e di crescita personale.

Negli ultimi anni, in Italia come nel resto del mondo, l’interesse verso la terapia di gruppo è aumentato notevolmente. Questo tipo di intervento psicologico, infatti, permette non solo di lavorare su di sé con il supporto di un professionista, ma anche di trovare forza e consapevolezza nell’incontro con chi sta vivendo esperienze simili.

In questo articolo approfondiremo cosa sono i gruppi terapeutici, come funzionano, quali benefici offrono, che tipologie esistono in Italia e come fare per accedervi.

Che cos’è un gruppo terapeutico?

Un gruppo terapeutico è un incontro periodico, guidato da uno o più psicoterapeuti, che coinvolge un numero ristretto di partecipanti (di solito tra 6 e 12).

I partecipanti condividono difficoltà, esperienze e vissuti personali, trovando nel gruppo uno specchio in cui riconoscersi e una risorsa per affrontare i propri problemi.

L’idea alla base è semplice: spesso ciò che viviamo ci sembra unico, ma in realtà molte persone sperimentano emozioni e situazioni simili. Il gruppo diventa quindi un laboratorio relazionale, uno spazio dove si può parlare liberamente, sentirsi accolti e ricevere stimoli nuovi.

Le origini della terapia di gruppo

La terapia di gruppo ha radici che risalgono al primo Novecento. Durante la Prima Guerra Mondiale, ad esempio, i medici notarono che i soldati con traumi psicologici miglioravano più velocemente quando potevano condividere le loro esperienze con altri compagni.

Negli anni successivi, vari psicoanalisti e psicoterapeuti – come Jacob Levy Moreno, inventore dello psicodramma, e Irvin D. Yalom, considerato uno dei massimi esperti di psicoterapia di gruppo – hanno sviluppato teorie e metodi specifici per strutturare questo approccio.

Oggi la terapia di gruppo è una pratica riconosciuta, diffusa in tutto il mondo e utilizzata per trattare una grande varietà di disturbi e problematiche, dal disagio emotivo allo sviluppo personale.

Come funziona un gruppo terapeutico

Un gruppo terapeutico non è una semplice “chiacchierata tra amici”. Ha regole precise, un setting strutturato e un obiettivo terapeutico chiaro.

1. La figura del terapeuta

Il gruppo è sempre guidato da uno psicoterapeuta (o da una coppia di terapeuti) che si occupa di:

  • mantenere il rispetto reciproco,
  • facilitare la comunicazione,
  • stimolare la riflessione,
  • aiutare i partecipanti a trovare connessioni tra esperienze e vissuti.

2. La durata e la frequenza

Gli incontri durano in media da 1 ora e mezza a 2 ore.

Si svolgono una volta alla settimana o ogni due settimane.

La durata complessiva del percorso varia: alcuni gruppi durano pochi mesi, altri anche più di un anno.

3. La dimensione relazionale

Ciò che rende unica la terapia di gruppo è la possibilità di osservare le proprie dinamiche relazionali direttamente “in azione”. Nel gruppo si creano inevitabilmente legami, conflitti, alleanze: il terapeuta aiuta a interpretare e utilizzare queste dinamiche come materiale di lavoro.

4. La riservatezza

Un punto fondamentale: tutto ciò che viene detto nel gruppo rimane nel gruppo. Questa regola di riservatezza permette a ciascun partecipante di sentirsi libero di condividere senza paura di giudizi o ripercussioni all’esterno.

I benefici della terapia di gruppo

Molti studi scientifici confermano l’efficacia della terapia di gruppo in diversi ambiti. Ma quali sono i benefici principali?

  • Sentirsi meno soli

Scoprire che altri vivono situazioni simili riduce il senso di isolamento e dona sollievo immediato.

  • Specchiarsi negli altri

Attraverso il confronto, ognuno può riconoscere parti di sé negli altri e, al tempo stesso, vedere le proprie difficoltà da una prospettiva nuova.

  • Sperimentare nuove modalità relazionali

Il gruppo diventa un luogo dove provare a comunicare in modo diverso, esprimere emozioni, gestire conflitti e ricevere feedback.

  • Supporto reciproco

Il sostegno che arriva dagli altri partecipanti spesso ha un impatto molto potente, perché viene percepito come autentico e paritario.

  • Riduzione dei costi

Un aspetto pratico: la terapia di gruppo è generalmente meno costosa rispetto alla terapia individuale, rendendola più accessibile.

Tipologie di gruppi terapeutici

In Italia i gruppi psicoterapici non appartengono a un unico filone, ma sono un metodo trasversale che può essere applicato da diverse scuole di psicoterapia.

Il termine “gruppo” indica infatti il setting (cioè la modalità con cui si svolge la terapia), mentre l’approccio teorico può variare.

Ecco i principali modelli di psicoterapia di gruppo diffusi in Italia:

  • Psicodinamico / Analitico

Si ispira a Freud, Bion, Foulkes. Il gruppo diventa uno “specchio sociale” in cui i membri esplorano dinamiche inconsce, transfert e relazioni. È molto diffuso nei servizi pubblici.

  • Gestaltico ed Esperienziale

Usa il gruppo per favorire consapevolezza, contatto e autenticità. Spesso si lavora con esercizi esperienziali e drammatizzazioni.

  • Cognitivo-Comportamentale (CBT di gruppo)

Si concentra su schemi di pensiero e comportamenti disfunzionali. Nei gruppi CBT si usano tecniche psicoeducative, role playing e compiti tra una seduta e l’altra. È molto utilizzato per ansia, depressione, dipendenze.

  • Gruppi sistemico-relazionali

Si ispirano al pensiero sistemico e lavorano sulle relazioni e i modelli comunicativi, anche all’interno di famiglie o coppie.

  • Psicodramma e Arti-terapie di gruppo

Utilizzano la drammatizzazione, la messa in scena o canali espressivi (musica, arte, movimento) come strumenti terapeutici.

  • Gruppi psicoeducativi o di sostegno

Spesso collegati a ospedali, associazioni o servizi pubblici: lavorano più sull’informazione, la condivisione e il supporto reciproco che sull’analisi profonda.

Gruppi terapeutici in Italia: dove si trovano?

In Italia i gruppi terapeutici sono presenti sia nel servizio pubblico che nel privato.

  • Nel servizio pubblico

Molti Centri di Salute Mentale (CSM) organizzano gruppi gratuiti o a pagamento con ticket ridotto.

Anche negli ospedali e nei consultori possono esserci gruppi, soprattutto legati a problematiche come depressione, ansia, dipendenze, sostegno alla genitorialità.

  • Nel privato

Numerosi psicoterapeuti e associazioni propongono gruppi in studio.

Spesso si tratta di percorsi tematici (es. gestione delle emozioni, sostegno dopo una separazione, crescita personale).

Come accedere a un gruppo terapeutico

Entrare in un gruppo terapeutico non significa “entrare e basta”. Di solito c’è un colloquio preliminare individuale con il terapeuta, che serve a:

  • capire le motivazioni della persona
  • valutare se il gruppo è adatto a lei
  • spiegare le regole di funzionamento.

Una volta inseriti, si partecipa con continuità agli incontri. La regolarità è importante: il gruppo funziona solo se i partecipanti sono presenti e coinvolti.

Alcuni canali utili per trovare un gruppo in Italia

Ordini regionali degli psicologi: spesso pubblicano elenchi di professionisti e iniziative.

Siti web e social di studi psicologici e associazioni.

Centri di salute mentale (CSM) o consultori della propria città.

Passaparola: chiedere al proprio psicologo o medico di fiducia può essere un ottimo punto di partenza.

Per chi sono indicati i gruppi terapeutici?

I gruppi terapeutici possono essere utili a persone che vivono:

  • ansia e attacchi di panico,
  • depressione,
  • difficoltà relazionali,
  • disturbi alimentari,
  • dipendenze,
  • traumi o lutti,
  • malattie croniche,
  • situazioni di forte stress.

Sono indicati anche per chi vuole conoscersi meglio e crescere personalmente, non solo per chi ha una patologia diagnosticata.

Conclusioni

I gruppi terapeutici rappresentano una risorsa preziosa, capace di unire la competenza dello psicoterapeuta al potere della condivisione. In Italia stanno prendendo sempre più piede e sono accessibili sia attraverso il servizio pubblico che tramite professionisti privati.

Se stai vivendo un momento difficile o semplicemente senti il bisogno di lavorare su di te, informarti sui gruppi terapeutici attivi nella tua zona potrebbe essere un ottimo punto di partenza. Non è solo un percorso di cura, ma anche un’occasione di incontro, crescita e scoperta.

Bibliografia essenziale

Yalom, I. D., & Leszcz, M. (2005). The Theory and Practice of Group Psychotherapy. Basic Books.

Foulkes, S. H. (2018). Introduction to Group-Analytic Psychotherapy: Studies in the Social Integration of Individuals and Groups. Routledge.

Moreno, J. L. (1993). Who Shall Survive? Foundations of Sociometry, Group Psychotherapy and Sociodrama. Beacon House.

Nanni, M. G., Caruso, R., & Grassi, L. (2018). “Group interventions in psychiatry: An overview.” Frontiers in Psychology.

Ordine Nazionale degli Psicologi (CNOP) – www.psy.it

Ministero della Salute – www.salute.gov.it